Volontariato

Prima l’Italia ha venduto mine ora si occupa dello sminamento

Verso l’istituzione di un Fondo permanente che si occuperà di aiutare i Paesi più deboli a liberarsi dagli ordigni seminati durante le guerre

di Redazione

Senato: è in discussione in aula di palazzo Madama il disegno di legge (A. S. 4166) per l?istituzione di un fondo per lo sminamento umanitario. La proposta è stata presentata nel luglio del 1999 è nasce dalla ratifica della 106/99 della Convenzione di Ottawa del 1997 sul divieto di impegno, stoccaggio, produzione e trasferimento delle mine antipersona, la Convenzione di Ottawa del ?97. Non basta non vendere più mini antiuomo, il vero problema è lo sminamento. Questi ordigni, infatti, sono stati definiti: ?armi di distruzione di massa a effetto ritardato?, proprio perché anche anni dopo la conclusione del conflitto che ha portato al loro uso sono ancora attive e possono avere un effetto devastante sulla popolazione impedendo di fatto la ricostruzione. Ed è per questo che è stato presentato un disegno di legge che istituisce un Fondo permanente per lo sminamento umanitario. Non va dimenticato che sono proprio i Paesi con infrastrutture sociali ed economiche deboli quelli più colpiti dal problema, come l?Afghanistan, la Somalia, l?Angola, la Bosnia e la Federazione Jugoslava con il Kosovo. Quella delle mine è una vera a propria ?crisi globale? come è stata definita dalla Nazioni unite. Il Fondo ha come finalità: campagne di educazione preventiva sulla presenza delle mine e di riduzione del rischio, il censimento, la mappatura e la demarcazione e bonifica dei campi minati, l?assistenza alle vittime, la ricostruzione e lo sviluppo delle comunità, il sostegno nell?acquisizione delle tecnologie necessarie allo sminamento e la formazione di operatori locali in grado di condurre in modo autonomo i programmi di sminamento. Infine tra gli scopi anche la sensibilizzazione internazionale contro l?uso delle mine terrestri in favore dell?adesione alla loro messa al bando. Nel disegno di legge la dotazione finanziaria del fondo è fissata, dal 2000, in 50 miliardi annui, cui comunque potranno aggiungersi le somme che derivano da donazioni e contributi di privati, enti e organizzazioni, anche internazionali, versati per questo Fondo.


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